La pratica Psicomotoria
La pratica psicomotoria è una pedagogia dello sviluppo dell’espressività motoria adatta e consigliata ai bambini in fase evolutiva.
Il tipo di vita che oggi la maggior parte delle famiglie conduce, riduce per i bambini le possibilità di gioco spontaneo motorio in situazioni libere e le opportunità di svolgere un’esperienza diretta di sé.
Questa limitazione rende certamente lo sviluppo psicomotorio meno ricco. Per cercare di supportare quest’evidente mancanza, i genitori iscrivono i propri figli a corsi che propongono le più svariate discipline,
anche sportive. Si tratta, in genere, di proposte che hanno lo scopo di insegnare al bambino specifici gesti o sequenze da apprendere mediante addestramento. Sia metodologicamente che come contenuti, quindi,
sono corsi che non sempre hanno come fine lo sviluppo delle attitudini psicomotorie, ma vanno nel senso di sollecitare un adattamento - talvolta poco spontaneo perché esterne al bambino stesso - alle richieste dell’ambiente.
Il rischio è di trovarsi di fronte ad un maggior numero di bambini stressati, nello sforzo di adeguarsi a quello che il mondo degli adulti, in modo variamente espresso nei diversi contesti, chiede loro.
La mancanza di spazi per il gioco spontaneo di gruppo riduce le occasioni d’esercitare la funzione di "aggiustamento", ossia di adattamento spontaneo, fondamentale per lo sviluppo delle coordinazioni
motorie e per costruire un’esperienza corporea essenziale alla conoscenza di sé. E’ in queste situazioni che il bambino, misurando la sua abilità in giochi di vario tipo, scopre la propria lateralità (in quale mano ha più forza,
o con quale piede spinge meglio), migliora la propria manualità, perfeziona il proprio equilibrio.
La psicomotricità è una pratica che, a partire dalla spontaneità del bambino, dal suo piacere d’agire e di giocare, sostiene uno sviluppo psicofisico armonioso.
Essa favorisce:
- - l’investimento del piacere di muoversi, di fare esperienza con il proprio corpo, di vivere bene nella propria pelle;
- - il passaggio dal piacere del movimento al piacere di pensare;
- - l’organizzazione del pensiero a partire dalla strutturazione della propria identità corporea;
- - la costruzione di un rapporto equilibrato tra la realtà e l’immaginario;
- - il vissuto positivo di sé e delle proprie possibilità di evoluzione e di crescita.
Lo spazio della seduta di psicomotricità è per il bambino un luogo:
- - di piacere senso-motorio;
- - di espressività psicomotoria in cui egli si "racconta" ed è compreso anche nelle parti simboliche e fantasmatiche del suo esprimersi;
- - di comunicazione verbale, d’incontro con qualcuno che è attento, comprende e risponde;
- - di desiderio, perché ha voglia di tornare.
La pratica psicomotoria, dunque, è un itinerario di maturazione che aiuta il bambino ad affrontare in modo adeguato, le varie tappe della crescita; per tale ragione il suo apporto non può esaurirsi nello spazio di qualche seduta.
Dott.ssa CARLA LUCCHESI